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Quel fiol d'un can d'un gato

Le vicende di una vivace e litigiosa famiglia dibattuta tra la scelta dell’innamorato per la figlia e la gestione dell’osteria
di cui sono proprietari. Si respira aria di casa , nella piccola piazzetta in cui, nell’anno 1952, si intrecciano le vicende umane
di una piccola e animatissima comunità, al cui interno spiccano i litigiosi coniugi Berto e Tilde, titolari della  Trattoria Caneva che si affaccia sulla piazza. Con  loro la figlia Rina, in età da maritare, e la gatta Messalina a cui è tanto affezionata la signora Tilde.
Rina, innamorata di Gidio Brocca el savattaro, giovanotto che sta tanto a cuore alla madre ma che non piace al padre, il quale invece stravede per Venanzio Spinaroi, ragioniere in una fornace di mattoni che da anni affida ai Caneva l’appalto della mensa per i propri operai.
I due pretendenti, Gidio e Venanzio, chiedono entrambi l’aiuto al Parroco, Don Prospero, per sostenere la propria causa nei
confronti dei genitori della ragazza, ma l’intervento del reverendo, è tutt’altro che risolutorio, ne nasce una situazione tesa e ingarbugliata. Ma non basta. Per dare fuoco alla miccia, di una commedia vivace e divertente, compaiono un funzionario della finanza, e un’ostessa invidiosa un misterioso cesto di funghi…causa di certi malesseri, e a rendere più complicato il quadro, sono la scomparsa della gatta Messalina e la morte di Checo Piton, operario della fornace.
Il destino dei nostri protagonisti sembra segnato, sembra che qualcosa debba succedere o sia successo ma solo alla fine
si svelerà il mistero delle improvvise scomparse.
azione....“


 

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